POVERA ANNA, PERSEGUITATA DAL CANCRO E DALLA BUROCRAZIA

Quando si dice che sanità e scuola sono i cardini della nostra civiltà, si dice il vero. Spesso ne denunciamo il malfunzionamento, ma cosa dire quando il malfunzionamento è perfidamente intrecciato con uno dei mali e delle piaghe per eccellenza dell’inciviltà moderna, vale a dire la burocrazia, insensibile, inumana, incomprensibile e incapace di contemplare eccezioni. Nemmeno per una vita che se ne sta andando e che già intravede il capolinea.

Anna Vitiello, 55 anni, è un’insegnante di educazione fisica di Torre del Greco che lavora in Piemonte da dieci anni. Dal 2007 è alle prese con un tumore che va e viene, ma che ora ha deciso di restare, il maledetto ha deciso di scortare Anna Vitiello fino al termine dei suoi giorni e a quanto pare ha scelto la scorciatoia.

Anna Vitiello sta attualmente nell’Hospice di Carignano e ha scritto una lettera al sindacato CUB SCUOLA per denunciare di esser rimasta senza possibilità di mantenersi, di pagare l’assistenza h24, le bollette della casa dove viveva, senza possibilità di conservare la sua dignità perché dimenticata.

Dopo essere stata ingiustamente, e crudelmente, licenziata a seguito della dichiarazione di inabilità al lavoro (che per un certo tempo ha pure svolto sulla sedia a rotelle) nel periodo in cui risultava ancora in malattia, è stata dimenticata. Da cinque mesi non riceve più nulla (nulla comprensivo di tredicesima e buonuscita), la scuola rimpalla la responsabilità al Ministero dell’Economia e della Finanza, il Ministero alla scuola. Questione anche di documenti, la cui compilazione l’uno attende dall’altra e che l’altra attende di capire dall’uno come stilare.

Il palazzo della burocrazia della dodicesima fatica di Asterix insomma, aggiungendo che dopo la richiesta di pensione di inabilità al lavoro anche l’INPS non vuole essere da meno e ha deciso mettersi in lizza per il campionato dei ritardi e degli indugi.

Dal tumore in avanti, la storia di Anna Vitiello è in realtà ancora più articolata, ma se raccontarla richiede un certo impegno e una certa meticolosità, capirla rimane comunque facile. Solo gli uffici e, come suol dirsi, gli organi competenti faticano a comprendere: nel frattempo la vita se ne va e la storia di Anna volge al termine.

E così la sua dignità, massacrata da amministrazioni ignoranti, fatte però da persone, lige e ingessate nel sistema che le vuole a loro volta inflessibilmente ignoranti e indisponibili a qualsiasi deroga. Nemmeno la più sensata, nemmeno la più giusta, nemmeno la più umana.

Nella vita però, a un certo punto bisognerebbe scegliere se essere uomini o essere funzionari.

Per qualcuno, per molti, buona la seconda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *